Hestia

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HESTIA

La primogenita – e l'ultima

Secondo la mitologia, Estia era la figlia maggiore dei Titani Crono e Rea. Tuttavia, quando Crono divorò i suoi figli, fu la prima ad essere inghiottita – e quindi l'ultima ad essere liberata quando Zeus lo costrinse a restituirli.
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Estia rappresenta l'inizio e la fine – il principio ciclico, il cerchio eterno. Sempre presente, ma mai in primo piano.

La dea che disse no

Due dei più potenti – Apollo e Poseidone – chiesero la mano di Estia. Ma lei rifiutò entrambi. Invece, chiese a Zeus di preservare la sua verginità, per non essere mai costretta a un matrimonio divino. Zeus le concesse questo desiderio – e la onorò per questo.

Autonomia, autodeterminazione, il percorso verso la completezza interiore anziché il legame esterno.

L'invisibile tra i dodici

Sebbene Estia fosse una delle dodici divinità olimpiche, in seguito cedette volontariamente il suo posto a Dioniso per evitare conflitti. Rimase nel focolare degli dèi e si sottrasse al dramma della scena olimpica.

Pacificatrice, forza silenziosa, il centro che non comanda, ma unisce.

La custode di ogni fiamma

Estia era la dea del fuoco domestico, che doveva ardere in ogni casa, tempio e città – sia simbolicamente che realmente. La sua fiamma non doveva mai spegnersi. Ad Atene, nel suo tempio ardeva un fuoco eterno, che veniva rinnovato ritualmente solo in occasioni specifiche.

Continuità, ordine sacro, la luce divina nel profondo.

La dea senza scandalo

A differenza di altre dee olimpiche (come Era, Afrodite o Artemide), Estia è completamente priva di scandali, intrighi o atti violenti. Non agisce combattendo, ma preservando – come custode dell'armonia, non del potere.

Maturità, silenzio, integrità – il fuoco dolce che non brucia, ma scalda.« Non regno con tempesta né con splendore – ma con la luce silenziosa che non si spegne mai. »

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